
L’illusione
tecnocratica di delegare a processi e metodi il ‘far accadere le cose’ è arrivata al capolinea.
La complessità e
l’articolazione delle 'cose' è aumentata, a tal punto che le risorse impiegate
per rispettare gli adempimenti, normativi e processuali, sono di gran lunga
maggiori di quelle dedicate a ‘far ciò
che serve’.
Chiamo questo fenomeno
‘ideologia dei tools’.
Anche i sistemi
informativi, nati e sviluppati per velocizzare e semplificare il lavoro, sono
stati fagocitati da questo fenomeno diventando essi stessi meri tools: strumenti funzionali più al controllo
che al raggiungimento degli obiettivi.
La crisi che ci
attraversa svela questo limite: risorse scarse, esigenza di efficacia, riconoscimento
della dispersione di energie e risorse, rifocalizzazione sulle finalità primarie
dell’operare. Viene alla luce come i sistemi e i metodi siano stati implementati e
impiegati non solo e non tanto per facilitare i processi produttivi, quanto, impropriamente e strumentalmente,
per facilitare l'esercizio del potere ovvero per eludere la gestione delle
persone. Infatti i sistemi di regole ed i relativi strumenti hanno dato al
management una doppia illusione: delega della responsabilità di controllo
delle attività ovvero escamotage per evitare
la complessità gestionale, soprattutto quella delle persone. Insomma, l’uso di
norme, metodi, processi, standard, ha tradito la sua originaria finalità di
contribuire ad affrontare la complessità, riducendosi a mero esercizio del
potere, di fatto negazione dell’assunzione di responsabilità, in taluni casi funzionale
al mantenimento di una classe dirigente ‘senza statura e competenza’. Ecco diffondersi
la cultura manageriale della difesa e dell’inattacabilità versus la cultura dell’efficienza
e del risultato.
È urgente cambiare
direzione: da una parte riportarsi al compito primario delle cose, semplificando,
tagliando, riportandosi all’essenziale, dall’altra recuperare la centralità
della persona, uscendo dalla riduttiva definizione di 'risorsa' e
ripristinando il riconoscimento della totalità delle dimensioni umane; attivare quindi risorse ed energie disponibili assumendo tutti i rischi e tutte le opportunità dovute al riconoscimento di emotività
e affettività; utilizzare la leva della fiducia mettendo
in atto delega, condivisione, insomma responsabilizzazione.
Foto: tools of the beach
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