Nutro un profondo rispetto nei confronti di coloro che riescono a stare ritti di fronte al proprio sentire e al proprio fare, in particolare rispetto all’emergere della propria debolezza. Il limite, benché nascosto, eluso, anche negato, è costitutivo dell’essere umano ed è foriero di sofferenza, fisica e psichica.
Riconoscere emozioni, impulsi e desideri rappresenta, quindi, un atto di realtà, significa stare di fronte a se stessi per quel che si è: dotati di energie e risorse, anche abilità, ma limitati, bisognosi del contributo altrui, insomma incapaci di bastare a se stessi. A queste condizioni, cioè solo dentro questa visione, la debolezza può apparire anche ‘bella’.
Emblematiche sono l’outing di Vasco Rossi rispetto alla malattia mentale e il racconto delle frequentazioni transessuali di Piero Marrazzo.