domenica 21 agosto 2011

La bellezza della debolezza

Nutro un profondo rispetto nei confronti di coloro che riescono a stare ritti di fronte al proprio sentire e al proprio fare, in particolare rispetto all’emergere della propria debolezza. Il limite, benché nascosto, eluso, anche negato, è costitutivo dell’essere umano ed è foriero di sofferenza, fisica e psichica.
Riconoscere emozioni, impulsi e desideri rappresenta, quindi, un atto di realtà, significa stare di fronte a se stessi per quel che si è: dotati di energie e risorse, anche abilità, ma limitati, bisognosi del contributo altrui, insomma incapaci di bastare a se stessi. A queste condizioni, cioè solo dentro questa visione, la debolezza può apparire anche ‘bella’.
Emblematiche sono l’outing di Vasco Rossi rispetto alla malattia mentale e il racconto delle frequentazioni transessuali di Piero Marrazzo.

venerdì 12 agosto 2011

“Forme di vita”, tra realizzazione e fallimento

Che cosa definisce la realizzazione oppure il fallimento di una vita?
Anders Breivik, il pluriomicida norvegese, ha scritto nel suo diario: “se sentissi che qualcun altro potesse portare avanti la mia missione, mi dedicherei a crearmi una famiglia e a sviluppare una carriera professionale”. Questa affermazione coglie due dimensioni fondamentali della vita: il mondo degli affetti e quello degli affari, il fondamentale bisogno di amare e quello di fare.
Ma come coniugare questi due verbi? Sotto quale forma esprimerli nel corso della vita?