martedì 28 maggio 2013

Tenere la posizione


Ho bisogno di stare con 'chi è come me'.
Ho bisogno di tenere i contatti con chi mi è cresciuto accanto, con chi ha accompagnato le mie giornate. Ho bisogno di mettere i piedi nei luoghi che mi hanno visto nascere e crescere, quelli nei quali ho sperimentato la vita. Ho bisogno di rivedere quei 'posti', respirarne l'aria.
Ma parimenti ho bisogno d'altro. Quel luogo e quelle persone definiscono uno spazio fisico e mentale circoscritto; spazio che valorizza alcune istanze e ne esclude altre; spazio che traccia un confine tra ciò che è 'dentro' e ciò che è 'fuori'.

lunedì 13 maggio 2013

Zingari, accattoni, disabili, clandestini ... presenze scomode che abilitano l'evoluzione



La nascita conferisce una condizione 'partigiana'.
Nasciamo e cresciamo appartenenti ad una identità definita. Ciò è tanto rassicurante quanto limitante. Io ne ho colto più la mancanza che il valore. Per questo ho provato a mettere i piedi 'fuori'.
Osservando i miei trascorsi intravedo il bivio che mi si è posto dinnanzi: accogliere lo statu quo percorrendo la strada dispiegata, senza guardare oltre e senza porre troppe domande, oppure volgere lo sguardo altrove provando a far entrare ciò che c'è 'fuori'.
Ho provato a muovermi in questa seconda direzione: mettere i piedi 'dove non si può' ma sempre con cautela e attenzione, cioè rassicurando e facendo capire che nonostante tutto mai avrei usato ciò che era 'fuori' per contaminare il 'dentro'. Talvolta ci sono riuscito, altre volte meno.