domenica 19 febbraio 2012

Affrontare, digerire la 'decrescita'

È ufficiale l’Italia è in recessione.
Da qualche anno mi accompagnano i temi della decadenza e del declino; sono venuti chiaramente alla luce nel corso dell’estate 2008 durante un viaggio che mi ha portato ad attraversare l’Europa: al confronto con gli altri paesi l’Italia appariva ferma, immobile, alla deriva. Una condizione che si è trascinata fino alla seconda metà del 2011. Poi, sotto i colpi dell’opinione pubblica, soprattutto internazionale, è svanita l’illusione del paese benestante, dei ristoranti pieni, della fatica a prenotare un posto sugli aerei, abbattuta a suon di spread e delegittimazioni.
Ora il modo di affrontare le questioni è cambiato, ma la sostanza rimane la medesima. Che cosa succederà?
Probabilmente non precipiteremo come la Grecia, ma permane il rischio di ritrovarci progressivamente nella medesima situazione.

mercoledì 8 febbraio 2012

Sospendere, esserci

Respingere la tentazione di reagire: lasciare entrare nelle membra le sollecitazioni, sentirne movimenti e vibrazioni, tutta l’entropia prodotta, l’eventuale dolore o appagamento. Per quel che si può, soffermarsi a percepire ciò che accade, pensare che esiste un ‘perché’ con un suo senso e significato, provare a coglierlo, anche – perché no – fermarsi e rinunciare. È liberante.
L’importante non è la risposta alle sollecitazioni, bensì assumere la posizione del ‘sospendere’, etimologicamente ‘trattenere dal cadere’. Sospendere è ‘azione’: difesa profonda, chiave di accesso, leva d’attacco, terreno di crescita; sospendere è ‘amore’: riconoscimento del ‘mistero’, sintonizzazione sull’altro, emozione vissuta. Si evita in questo modo la facile conclusione: semplicistica e banale, sviante e deviante, inconcludente e inutile.