Guardo indietro. Cinquant’anni.
Mezzo secolo. Tappa raggiunta.
Non tutti sono arrivati: i più fragili e sfortunati sono rimasti per strada.
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Per quel che è stato devo riconoscere la fortuna. Molta parte del tutto è casualità: un contesto sociale privilegiato, quello occidentale; una famiglia d’origine semplice e serena, forse anche troppo; discrete risorse personali e, soprattutto, buona salute (mia e di chi mi sta vicino), fino ad ora.
L’interpretazione del percorso, cioè la scelta dei binari sui quali procedere, è l’aspetto più originale, ciò di cui rispondo.
Due le scelte fondamentali: la persona con la quale accompagnarmi, affrontando il mettere al mondo e crescere dei figli e, potendo/dovendo scegliere, dove mettere le energie nel difficile equilibrio tra realizzazione sociale e quella personale. Scelte collegate, scelte decisive.
Tutto concorre alla definizione della posizione nella quale sono stato, sono attualmente e probabilmente sarò: quali risorse esercitare, quante energie impiegare, su cosa orientarle.
L’aspetto essenziale è “guardare in faccia la realtà” accettando di fare conti con se stessi e con gli altri, per quanto possibile con misura e senza eroismi; rifuggendo il rischio della disillusione e conseguente “imbruttimento” ovvero della mistificazione negando la realtà.
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Immagino di avere davanti una trentina d’anni. Pura statistica; variabilità altissima. Metà di questi ancora in attività ed i rimanenti in veloce e progressivo declino. Anni di crescenti mancanze. Proprie e altrui.
Soprattutto questa parte dovrà essere adeguatamente interpretata. E sarà difficile. Vertigine. Aiuto.
FOTO: passaggio