giovedì 4 dicembre 2014

La meraviglia di un figlio

Convivo con i miei figli; assisto al loro crescere.
Osservo il progressivo definirsi: nascono che "non sono" per poi diventare "qualcuno" e "qualcosa". Quel che potranno, quel che vorranno.
Ed io qui a presenziare.
Alla nascita, eccetto il genere, tutto è novità: la "carne" con le sue fattezze, i lineamenti e le proporzioni, i tratti della fisionomia.
Non è vero che tutti nascono belli!
Resta celato l'essenziale: le energie, le capacità, l'emotività, il carattere.
Poi crescono.
Nel mio invecchiare loro definiscono se stessi; mentre io difendo l'acquisito loro si aprono al mondo. Giorno dopo giorno portano alla luce la loro distintività. Mi piace osservarli, coglierne i segni, immaginare e prefigurare chi e come saranno. Due sono i punti di attenzione: l'autonomia e le peculiarità, ovvero la propensione ad arrangiarsi ed i tratti di distintività.

mercoledì 5 novembre 2014

L'ineludibilità di fare i conti con la realtà


Da 'uomo di chiesa', benché da qualche anno 'alla finestra', osservo con interesse l'azione di papa Bergoglio. In virtù della mia storia, quindi della mia identità, lo faccio con profonda attenzione e coinvolgimento.
Mantengo alta la convinzione che un ciclo storico-culturale sia da tempo concluso, che sia irreversibilmente consumata la capacità del cattolicesimo di comunicare e costruire senso e valore. Un'epoca è finita benché si trascini arrancando da anni; la Chiesa Cattolica è depotenziata, tenuta in vita prevalentemente per rispondere a bisogni di identità e appartenenza. Proseguire e perseguire senza mettere in discussione l'esistente è 'accanimento terapeutico'.

lunedì 20 ottobre 2014

"Dire come stanno le cose": delegittimare l'ipocrisia


Sono stato educato a dire ciò che si deve dire, non a dire ciò che si sente, si vede e si pensa. In molte occasioni ho percepito chiaro l'ammonimento, preventivo e consuntivo, dell'esprimere un parere, talvolta indicato come atto eversivo, in particolare quando espresso in ambienti istituzionali. 
L'esprimersi risente di regole culturali, spesso implicite, condensate nell'espressione politically correct ovvero valutazione di opportunità. Concetti in sé nobili che rinviano a linee di opinione ed atteggiamenti sociali di attenzione e rispetto dell'altro, ma, contestualmente, strutturalmente ambigui che si prestano a diverse interpretazioni. Se è vero infatti che esercitare attenzione e rispetto implica accettare che esiste un limite alla libera espressione, spesso tale limite viene pretestuosamente interpretato quale legittimazione dell'adulterazione, fino al tradimento del significato originario: giustificazione della menzogna, diffusione della mistificazione, sdoganamento dell'ipocrisia.

giovedì 2 ottobre 2014

Cari giovani, è tempo di rischiare 'clamorosamente'

Lo stato dell'arte sembra chiaro: l'accelerazione dei 'tempi' rende obsoleto l'esistente che trascina con sé coloro che si trovano a guidarlo; costoro faticano a 'stare al passo' e, allo stesso tempo, a 'lasciare il passo'.
I sessantenni definitivamente superati; la carriera dei cinquantenni conclusa anzitempo; i quarantenni destinati a 'saltare il giro'; i trentenni tenuti a debita distanza; i ventenni 'fuori gioco'. La conseguenza è una situazione, politica, sociale ed economica, bloccata.
Urge rompere questo stallo.

martedì 16 settembre 2014

Alzare lo sguardo, mettere al centro l'interesse collettivo


Una società responsabile, che ha a cuore il bene pubblico, deve garantire il ricambio attraverso sistemi di selezione ed elezione basati su coerenti e adeguati criteri. Diversamente, una società irresponsabile, che insegue il bene individuale e/o 'di parte', mette in atto meccanismi di germinazione cellulare, a mo' di clonazione: individui uguali a chi li ha generati, sicuramente - come avviene nel processo di scissione - più deboli della cellula madre.
I riferimenti utilizzati per la selezione fanno perno sul 'saper fare': le persone vengono misurate rispetto a definiti requisiti di esperienza e competenza. Il 'saper essere', invece, avendo a che fare con la qualità profonda dell'essere umano, quindi con orientamenti, stili e atteggiamenti, risulta oggettivamente più difficile da 'contenere'. Dentro tale istanza confluisce l'etica e la morale.
Soddisfatto il 'saper fare' e senza evidenti mancanze rispetto al 'saper essere', una candidatura viene ordinariamente ritenuta idonea. Ma il 'saper essere' non è meno importante del 'saper fare' e il limitato o parziale riconoscimento di tale istanza alimenta l'ambiguità e, conseguentemente, la manipolazione.

sabato 30 agosto 2014

Rifocalizzare, ridimensionare, obiettivi e consuetudini

Dopo anni di ininterrotto ritmo, allento la presa; lascio scivolare via le scadenze. Trascorre il tempo e smetto di rincorrerlo.
Assecondo la sensazione del venir meno di senso e significato del dare parole a quanto vivo e vedo; quasi un prendere le distanze dalla diffusa bulimia di parole, inutili, obsolete, spesso consumate.
La crisi dei nostri tempi - che non è solo economica - spazza via lo scenario predominante degli ultimi decenni. Viene meno un paradigma e con esso i suoi modelli, le sue idee ed i conseguenti comportamenti.

venerdì 6 giugno 2014

La tentazione di volgere lo sguardo all'indietro

 
Un evento, l'iniziativa di alcuni (da tempo persi di vista), infine l'invito a farne parte. Questo è l'antefatto.
La visione di una foto - immaginata, cercata, alla fine, trovata - mi ha emotivamente coinvolto, anche un po' travolto.
Benché sollecitato, anche tentato di esserne parte, ho declinato: la scusa la distanza, la motivazione non tanto il disinteresse, quanto la profonda esigenza di starne fuori.
Non voglio riemergermi nel lontano passato, per lo più dimenticato, certamente estraneo alla mia quotidianità.
Troppo giovane allora, eccessivo il tempo trascorso: strade divaricate, lontane, disperse.

martedì 6 maggio 2014

Giovanilismo 'stupefacente'

In queste settimane, complice la ripresa di alcune attività all'aria aperta, registro chiaramente che "non è più come prima": non mi è più consentito fare determinate attività, le stesse che fino a qualche anno fa risultavano immediate, sostenibili. In particolare mi ritrovo a non reggere più determinati ritmi e intensità fisiche.
Sono costretto a ridefinire le soglie del consentito. Ed è solo uno degli steps.
Già in passato ho dovuto risintonizzare tali riferimenti, ma attivando forme compensative: garantire i risultati agendo la cosiddetta "esperienza", cioè la capacità di gestire se stessi al meglio, calibrando gli ambiti di coinvolgimento e le energie profuse, in altre parole compensando la ridotta capacità performante attraverso l'efficiente gestione delle risorse disponibili, anche quelle altrui. Razionalizzare, ottimizzare, attivare sinergie.

sabato 19 aprile 2014

La necessità dell'interesse personale

Perseguire l'interesse personale è parte irrinunciabile e costitutiva dell'agire umano.
La sopravvivenza fisica e psichica passa attraverso la soddisfazione di bisogni primari tra cui quello del 'riconoscimento'. Status, possesso, visibilità, reputazione, potere sono segnali ed evidenze di tutto ciò.
L'interesse personale va quindi messo in relazione a quello altrui, e non tanto per etica o estetica, quanto appunto per necessità: l'equilibrio sociale non è frutto di un ideale etico-morale, quanto della composizione di contrapposte esigenze di affrancamento. Tener conto degli altri è necessario affinché gli stessi tengano conto di noi stessi.
Quindi il primordiale istinto ad affermarsi viene tenuto a bada dall'irrinunciabile reciprocità.

domenica 6 aprile 2014

Osare fiducia e responsabilità

 
Nel mio agire ho scelto di dare spazio alla fiducia.
Confido nella sua forza aggregante e abilitante, altresì nella sua capacità di mobilitare le energie; contestualmente e inscindibilmente mi affido alla capacità di cogliere quando, quanto e con chi si possa effettivamente esercitare questa leva, consapevole che, una volta ben agita, diventa virtuosamente vincolante; difficile uscire dalle sue trame.
In ogni caso è rischioso muoversi nell'orbita della fiducia.
Tale concetto si pone agli antipodi da tutto ciò che ruota attorno alla voce burocrazia, cioè all'organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità. La burocrazia comporta un dispendio di energie di gestione e controllo: definire, organizzare, sistematizzare, processare, autorizzare, rendicontare.

giovedì 20 marzo 2014

'Inattualità' dell'esistente

Vendola in una recente intervista a La Stampa confessa il senso di 'inattualità' scaturito da merito e, soprattutto, metodo del recente rilancio dell'azione politica.
Considero tale dichiarazione un chiaro indicatore del cambiamento in atto: colui che fino a poco tempo fa veniva additato quale rappresentante del nuovo e dell'emergente si scopre repentinamente obsoleto.
Stremati da anni di buio, disorientati da una persistente inconcludenza, l'entropia comincia a trovare prime forme di composizione. Antonino Ferro parlerebbe di funzione alfa in atto, cioè di trasformazione della sensorialità in pensiero e in azione. 
Affermare che il sistema abbia individuato uno sbocco è eccessivo, ma sicuramente sta montando l'idea, condita dalla speranza, che si stiano creando le condizioni per la ricostruzione; ecco comparire ed affermarsi nuovi scenari, forse parimenti velleitari e inconcludenti, ma sicuramente diversi da ciò che li ha preceduti. 

giovedì 6 marzo 2014

Con i piedi sull'emozione


Biologicamente nasciamo, cresciamo e moriamo. Ma il vivere non è solo questo: la vita è emozione.
L’emozione è un interessante metro della vita umana: quanto siamo in grado di produrre emozioni? quanto sappiamo viverle e gestirle?
La nascita e la morte sono eventi potenti, ma tra questi si collocano molteplici situazioni emozionali, alcuni inevitabili, talvolta subiti, altri frutto della deliberata azione individuale.

giovedì 6 febbraio 2014

Far finta di non sapere: siamo tutti Scajola e Mastrapasqua


Non voler sapere, omettere di sapere, fingere di non sapere, sono diffusi meccanismi di difesa messi in atto dall’essere umano; talvolta funzionali a 'fare andare avanti le cose', ad intraprendere scelte difficili e sfidanti, ma per lo più volti ad evitare fatica e responsabilità, oppure semplicemente scelta tattica utile per ‘lasciar scivolare via le cose’ senza prendere posizione.
Adottiamo strategie di tal genere sia nei confronti degli altri che di noi stessi.
La storia dell’ex presidente dell’INPS è emblematica. Come è stato possibile autorizzare, operativamente e socialmente, una tale concentrazione di incarichi e privilegi? Oppure come può affermare un ex ministro della repubblica che una casa gli è stata pagata “a sua insaputa”?

venerdì 17 gennaio 2014

Rimettere in gioco le qualità umane


L’illusione tecnocratica di delegare a processi e metodi il ‘far accadere le cose’ è arrivata al capolinea.
La complessità e l’articolazione delle 'cose' è aumentata, a tal punto che le risorse impiegate per rispettare gli adempimenti, normativi e processuali, sono di gran lunga maggiori di quelle dedicate a ‘far ciò che serve’.
Chiamo questo fenomeno ‘ideologia dei tools’.
Anche i sistemi informativi, nati e sviluppati per velocizzare e semplificare il lavoro, sono stati fagocitati da questo fenomeno diventando essi stessi meri tools: strumenti funzionali più al controllo che al raggiungimento degli obiettivi.

lunedì 6 gennaio 2014

La sfida dell''interessante'


Un giorno, ad un gruppo di educatori che si lamentavano dei loro discenti, ho posto la seguente domanda: “Ma voi siete interessanti?”
Ritengo che la categoria dell’'interessante', benchè implicita, sia una delle principali e decisive questioni esistenziali.
Ritornando ancora agli educatori, l’approfondimento svolto sulla loro condizione ha evidenziato che l'obiettivo prevalentemente perseguito era risultare educatori e non tanto produrre effetti educativi, ovvero l’attività educativa si rivelava funzionale al sostegno del proprio ruolo e non viceversa.