mercoledì 21 novembre 2012

La provocazione della diversità, tra accoglimento e negazione

Non ho nulla contro l’omosessualità’. Non trovo alcuna motivazione per connotare tale orientamento sessuale come sbagliato, neppure per assegnargli un’aurea di ‘specialità’, soprattutto qualora consegua la ribalta pubblica.
'Non ho nulla contro l’handicap’. Non è né facile né indifferente il contatto con la disabilità, ma essendo convinto che non ci sia alcuna responsabilità nell’essere in tale condizione, non riesco ad imputare alle persone coinvolte alcuna colpa.
Non ho nulla contro la diversità di genere’. Assisto, un po’ inerme, forse per comodità, all’ingiustizia culturale che scarica sul ‘femminile’ incombenze scomode e pesanti; vivo altresì con mortificazione il perpetuarsi del maschilismo che tratta il ‘femminile’ con banalità e superficialità.

giovedì 8 novembre 2012

La mistificazione della 'cattolica prudenza'

Mi infastidisce il significato associato al concetto di 'prudenza': demonizzazione dell’istinto, abiura dell'emozione, allontanamento da ogni posizione o appartenenza diversa dalla propria.
Eppure il concetto in sé – di forte connotazione cattolica – appare inattaccabile: "è la virtù (afferma il Catechismo dellaChiesa Cattolica, n° 1806) che dispone la ragione pratica a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per compierlo".
Considero presuntuoso parlare di ‘vero bene’. E per esplicitare ciò mi avvalgo delle parole di Pier Cesare Bori, deceduto in questi giorni: l'amicizia con le persone e la ricerca del loro bene è più importante della verità teorica. Non esiste il ‘vero bene’, bensì va ricercato il bene delle persone, che può essere diverso da persona a persona, da situazione a situazione.