
Concluso il ‘tempo
delle scelte’, si è aperto il ‘tempo delle conseguenze’ che prevede il perfezionamento
di quanto avviato e, nel migliore dei casi, la raccolta di quanto seminato.
Il tempo per invertire
la rotta è scaduto. Quel che è fatto è fatto.
Dal punto di vista
temporale stimo di avere buone chance
di arrivare ai 60 anni, discrete ai 70 e mi assegno il 50% di possibilità di
arrivare agli 80. Inoltre, l'essere in vita non vuol dire necessariamente
essere vitali, quindi il tempo dell’attività potrebbe essere significativamente
diverso. Naturalmente accadrà quel che accadrà.
Posso dunque contare in
qualche decina d’anni. Certamente il count
down si fa sempre più pressante: accelera e il termine si avvicina.
Dentro questa condizione
e questa consapevolezza prendo le mie decisioni, focalizzo le mie energie, organizzo
il mio tempo. Gli obiettivi appaiono chiari: alimentare l’alleanza di coppia, garantire
il fabbisogno economico familiare, condurre ad autonomia i figli e, se
possibile, apportare valore negli ambiti che mi vedono coinvolto.
Farò ciò che sarò
capace, sulla base di quanto costruito e sulle opportunità che si apriranno.
L'efficacia e
l'incisività realizzativa dipenderanno soprattutto dai binari sui quali sono ‘messi
i piedi’: forieri di buoni sbocchi qualora solidi e di lungo corso, senza
uscita se dismessi oppure periferici.
La serenità e la
felicità, invece, avranno a che fare con la capacità di accogliere e vivere
l’esistente: abitare nella semplicità ciò che c’è per quel che è, né più né
meno, senza impostazioni preconfezionate e senza slanci idealistici.
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