
Sotto
i colpi della crisi la società dei consumi viene fortemente sollecitata: il paradigma
del possesso vacilla, la ‘dittatura delsuperfluo’ non regge più. Gli inviti al consumo e alla spesa quale
strategia per la crescita e lo sviluppo appaiono inconsistenti e anacronistici.
È
in atto un profondo rovesciamento dei fattori in campo: i profeti del
risparmio, del riuso, dell’eco compatibilità da ‘vox clamantis in deserto’
si ritrovano in pole position per le posizioni che contano. Ecco Grillo al
Quirinale per le consultazioni, Laura Boldrini alla terza carica dello stato,
per non parlare di Milena Gabanelli prima scelta del Movimento 5 Stelle per la Presidenza della Repubblica.
Spazi nuovi, tutti da
abitare e interpretare ex novo. E siamo solo all’inizio.
Tutto cambia, pezzo dopo pezzo,
tutto assume altra connotazione. È solo una questione di tempo, ma tutto è
destinato a mutare, a cambiar volto e fisionomia.
La crisi – il cui etimo greco krino rinvia al concetto di separazione –
trascende la dimensione economica, assume una profonda valenza sociale e
culturale. La crisi traccia quindi una discontinuità tra ‘il prima e il dopo’: ciò
che fino ad ieri veniva considerato ‘buono e giusto’ (obiettivi, attese e
aspettative) non lo è più.
Se da una parte il nuovo emergente
trova primi sbocchi, dall’altra permangono pezzi significativi di mondo che si
trascina in avanti, non più ancorato alla realtà ma semplicemente sospinto dall’inerzia
del pregresso. Binari morti, destinati a portare fuori, lontano, a perdersi all’orizzonte
ovvero a fermarsi nel nulla.
Lo si constata fattivamente negli
atteggiamenti e nelle azioni di coloro che ricoprono posizioni di rilievo: a
forza e determinazione, proprie della posizione, si sostituisce cautela e attesa.
È chiara la paura di un imminente capolinea. Occasione buona per le giovani
generazioni, fino ad ora parcheggiate, in taluni casi illuse, tradite, per non
dire ‘sedotte e abbandonate’.
In questa transizione siamo chiamati
a ritarare i sogni, le speranze e le attese, a ridefinire gli obiettivi e le strategie
per perseguirli. È urgente aggiustare il concetto di realizzazione, di successo,
anche di felicità.
Foto: in illustrator
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