martedì 7 aprile 2009

Con la 'crisi' siamo tutti un po' più 'fragili' ...

... La crisi in taluni casi è devastante, anche uccide. Le persone che già vivono ai margini - come evidenzia Maurizio Patriciello - sono quelle più colpite, come in una sorta di animalesca selezione naturale. Selezione di fatto accettata, ma ingiusta e violenta.
La crisi, inoltre, destruttura, sconvolge gli assetti economici, sociali e culturali mettendoli in crisi. Vacillano quei modelli, considerati incrollabili e indubitabili, sui quali abbiamo fatto riferimento fino a poco fa. Ezio Mauro denuncia l'impotenza e l'incapacità delle funzioni deputate a trattare questi fenomeni, in primis l'istituto democratico così come è e chi li rappresenta. Anche lui evidenzia il costo di tutto ciò, esprimendo la seguente domanda: quanta violenza c'è in questa crisi che brucia lavoro, valore, progetti di vita incompiuti, destini?
Ma questa situazione può essere cosa buona e giusta.
E' bene che vengano meno certe idee illusorie di sicurezza e tranquillità; è giusto che ci si avvi ad acquisire stili di vita più sostenibili. Come dire: ben venga un po' di 'nudità' se questa ci rende un po' più veri ed essenziali; benché il passaggio non sia scontato.
Rimane, comunque, profondamente ingiusto il rimanere a guardare tali processi con la prevalente attenzione di difendere la posizione di rendita, di privilegio, di fatto di disuguaglianza, che ancora - chissà per quanto - (ci) protegge.

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