Sullo sfondo delle stragi di Parigi si sta
assistendo ad un festival di manifestazioni che ruotano attorno a tre concetti:
blasfemia, fanatismo e ipocrisia.
Istanze che nei loro estremismi si coniugano
rispettivamente con la dissacrazione di tutto e tutti, la soppressione del
diverso, la falsità attraverso l'adozione di posizioni per pura opportunità.
Lo specifico caso francese è plateale e scenico, ma soprattutto è rappresentativo dei tratti profondi della cultura contemporanea: attaccare l'altro per pura provocazione, giudicare "sbagliato" chi pensa diversamente, assumere posizioni "perché si fa così" oppure per mero interesse personale. Insomma, i recenti eventi evidenziano fondamentali istanze dell'attuale "essere e agire" che, benché portatrici di prepotenza e sopruso, sono considerate per lo più legittime.
Lo specifico caso francese è plateale e scenico, ma soprattutto è rappresentativo dei tratti profondi della cultura contemporanea: attaccare l'altro per pura provocazione, giudicare "sbagliato" chi pensa diversamente, assumere posizioni "perché si fa così" oppure per mero interesse personale. Insomma, i recenti eventi evidenziano fondamentali istanze dell'attuale "essere e agire" che, benché portatrici di prepotenza e sopruso, sono considerate per lo più legittime.
Il tema sotteso ha quindi a che fare con
l'approccio verso l'"altro" e la "diversità".
Sono dell'idea che la cultura
contemporanea non sia rispettosa dell'"altro": prevale l'esigenza di
dimostrare, a se stessi e agli altri, che "si esiste", insomma che
"si è al mondo per qualcosa". I diffusi comportamenti violenti,
insomma, evidenziano la fragilità dell'uomo, spesso la sua profonda inconsistenza.
Sento il dovere di denunciare tale violenza, di contestare cioè ogni assolutismo, ogni
posizione che abbia come implicito la presunzione di verità. Nessuno ha il
diritto di dire e fare ciò che vuole, al limite può esprimere prudentemente un
pensiero e un'opinione con la chiara e forte consapevolezza dell'irriducibilità
della propria partigianeria, quindi dell'essere meri portatori di un punto di
vista.
Solo questa posizione è legittima.
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