Le dimissioni del Papa, l’affermazione politica del Movimento 5 Stelle, … la ‘crepa’ si apre e si propaga.
Come la farfalla che con il suo battito d’ali innesca l’uragano, come il cadere della ghianda apre la fenditura che chiude un’Era, così il nostro tempo appare irrimediabilmente rotto e il suo divenire accelera, conclude forse il suo ciclo.
Su queste ‘crepe’ la classe
dirigente si scopre improvvisamente inadeguata: vecchia e sbiadita, staccata
dalla realtà, ancorata ad un mondo che non c’è più, ostinata a riproporre solo
ciò che è consolidato; incapace, insomma, di interpretare l’emergente. Fallita
l’autorigenerazione, l’auspicata rottamazione fa il suo corso da sé. Preludio
di una repentina fine. Discontinuità, chaos.
Nel marasma, tra stordimento e
disorientamento, depressione e degenerazione, si apre un bivio: nella rassegnazione
e nell’impotenza assumere la posizione dello spettatore oppure provare ad
interpretare l’inedito ‘abitando le crepe aperte’.
È il momento di rischiare. Si apre
la possibilità dell’azione e della ‘proposizione’. Dopo anni di
marginalizzazione, è arrivato il tempo di metterci del proprio, forse anche di
divertirsi.
È una condizione che potrebbe riparare
la profonda ingiustizia generazionale che si è venuta a creare. La generazione dei ventenni e dei trentenni, dimenticatae abbandonata, quella sulla quale i padri non hanno esitato a scaricare le
loro colpe, può cominciare a trovare condizioni utili per esprimere energie,
fino ad ora rimaste represse, pressate e schiacciate.
Forse è venuto il tempo del
ricambio. Auspico una accelerazione.
Foto: Crepa
Nessun commento:
Posta un commento