giovedì 25 febbraio 2010

Mi ripeterò, ma continuo ...

... a sentire il bisogno di trovare vie di fuga dal torpore dell'indistinto che mi circonda. Il dolore - afferma Ilvo Diamanti - si mischia alla speculazione, la tragedia alla corruzione, il pianto è interrotto dalle risa.
Rischiamo di diventare consumatori di avvenimenti o di tragedie, senza che queste ci interroghino, lascino una traccia nella nostra vita. Rischiamo l'assuefazione, anche la rassegnazione, cioè di non sentire le 'cose', né nel cuore, né nello stomaco, né nella mente. Forse siamo già in questa condizione.
Ma non possiamo considerarci solo delle vittime, risultiamo corresponsabili. Questa condizione è anche comoda. Ci toglie un certo imbarazzo. L'assuefazione è funzionale a non sentire le grida degli uomini, la retorica della condivisione e della solidarietà soffoca i sensi di colpa.
Non rimane che tenere i piedi nella realtà, nella vita degli uomini e delle donne. Ci prova Elvira Dones rispondendo al premier italiano di fronte all'ironia sulle 'belle ragazze albanesi'.

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