... la verità: il possesso del potere, al fine del suo mantenimento, spinge alla menzogna.
Harold Pinter, scomparso alla vigilia dell'ultimo Natale, esprime (nel discorso per il Nobel alla letteratura del 2005) in modo chiaro questo concetto attraverso l'analisi dell'azione degli Stati Uniti d'America dal Dopoguerra ad oggi.
Da una parte evidenzia che 'siamo circondati dalla menzogna' in quanto per la conservazione del potere 'è essenziale che la gente rimanga nell'ignoranza, che viva nell'ignoranza della verità, perfino della verità della sua propria vita'; dall'altra, per converso, come cittadini, siamo chiamati ad una 'risoluta, costante, tenace determinazione intellettuale nella ricerca della verità, della reale verità delle nostre vite e delle nostre società'.
Conclude il suo discorso affermando che 'se una tale determinazione non si incarna nella nostra visione politica, non avremo nessuna speranza di ripristinare ciò che per noi è così prossimo ad essere perduto - la dignità dell'uomo'.
Più ampio e rilevante è il potere più sono visibili metodi ed esiti, ma tutto ciò si verifica anche nell'esercizio dei nostri quotidiani piccoli/grandi poteri.
Il tentativo di aprire naso, occhi e orecchie di fronte alla 'vita', ancor più in un contesto, quello attuale, in piena mutazione, con-fusione, dove alla degenerazione si intreccia la rigenerazione, alla barbarie la genialità. Provare a 'tenere dentro' tutto quello che c'è, con la convinzione che l'esistenza di una 'cosa' oppure di un 'fenomeno' non sia mai un caso. Questa posizione è liberante: elimina la categoria dell' 'assurdo', del 'non senso' ed apre al 'possibile', al 'nuovo'.
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