Invito a ...
Il tentativo di aprire naso, occhi e orecchie di fronte alla 'vita', ancor più in un contesto, quello attuale, in piena mutazione, con-fusione, dove alla degenerazione si intreccia la rigenerazione, alla barbarie la genialità. Provare a 'tenere dentro' tutto quello che c'è, con la convinzione che l'esistenza di una 'cosa' oppure di un 'fenomeno' non sia mai un caso. Questa posizione è liberante: elimina la categoria dell' 'assurdo', del 'non senso' ed apre al 'possibile', al 'nuovo'.
lunedì 17 febbraio 2025
Valutare ... la vita
domenica 10 settembre 2023
Creare, distruggere valore
VALORE non ha a che fare solo con l'aspetto economico, anche se questa dimensione può essere valutata puntualmente: si può infatti calcolare quanto capitale è stato accumulato in vita rispetto a quello donato/ricevuto; approfondendo l'analisi quanto nel nostro vivere abbiamo contribuito, sempre economicamente, rispetto al sistema nel quale siamo inseriti e quanto invece abbiamo attinto/scaricato sugli altri e/o sulla collettività.
Poi VALORE è sicuramente legato alla riproduzione umana e all'accompagnamento nel mondo di giovani vite, ancor più in questo periodo di calo demografico. Naturalmente non si tratta solo dell'allevamento ma soprattutto dell'accudimento. C'è quindi un aspetto quantitativo ed uno qualitativo, il primo è facile da valutare, molto meno il secondo.
Ma VALORE è anche altro: viviamo in un tessuto sociale nel quale possiamo dare un contributo materiale ma soprattutto culturale: facilitare o meno la convivenza, portare o meno benessere a chi incontriamo, dare o meno un contributo educativo/formativo, anche creare felicità/infelicità. Quindi anche rispetto a ciò possiamo risultare contributori oppure distruttori.
In queste dimensioni, ognuno trova la sua collocazione.
giovedì 15 giugno 2023
Camuffare il malessere
"Camuffare il malessere" è culturalmente un "must" del nostro vivere: l'obiettivo è far vedere che tutto è bello e che tutto va bene.
"Tutto bene" è diventato un intercalare che ha perso significato. I "social" sono diventati l'interfaccia della nostra immagine, non solo di quello che vogliamo far vedere, spesso anche strumento di costruzione della realtà auspicata.
E' così potente tale pressione che non ci si rende conto di "camuffare"; lo si fa per se stessi più che per gli altri, in quanto far spazio alla realtà significa fare i conti con la fragilità, anche la pochezza, della nostra vita. Alto è il rischio di incontrare il "fallimento". Non ce lo possiamo permettere.
Impostazione, parafrasando la citazione sopra riportata, "disonesta".
Non è umano che tutto vada bene; non è reale la costante felicità; la felicità inoltre, non dipende solo da noi. Questa è la condizione umana: venuti al mondo, attraversiamo il tempo concesso vivendo le esperienze disponibili e possibili; possiamo prendere delle strade che possono condurre da una parte oppure dall'altra, incontrando con diversa probabilità questo o quello. Ma soprattutto possiamo prepararci ad affrontare ciò che può accadere; cioè, riconoscere la presenza del limite e, quando inesorabilmente emerge, starci dentro, affrontarlo, senza farsi travolgere. Per qual che si può e si riesce.
Ogni altra strategia è destinata al fallimento: prima o poi la realtà spazza via ciò che non è vero.
lunedì 30 gennaio 2023
Arretrare
Ancora quarantenne, ho registrato queste
parole nei preamboli di un consiglio di amministrazione. Ricordo perfettamente
la situazione, anche visivamente la smorfia che le ha "incarnate".
Ora ampiamente cinquantenne è tutto
conclamato: il cedimento è inoccultabile, incessante e progressivo. Potrei
elencare puntualmente sintomi ed evidenze, per non parlare di quello che non
riesco più a fare, oppure non mi fido più a fare.
Questa consapevolezza fa cambiare
completamente lo sguardo: il limite prende il sopravvento e lo sguardo si
rivolge all'indietro; il fermarsi da noia diventa riposo, il passato da obsolescenza diventa ricordo, anche consolazione. Come
non mai prima.
Condizione necessaria. Senza alternativa.
Rappresentare in modo diverso tutto ciò rischia di scadere nell'evasione, forse illusione se non nella negazione.
martedì 4 gennaio 2022
Ricomporre
Stare con gli altri, mettersi in relazione, confrontarsi, anche solo ascoltare e sentirsi ascoltati.
Questo Natale è stata una occasione nella quale rimettere assieme alcune trame che sembravano definitivamente perse: un po' per la distanza fisica, un po' per la mancanza delle persone.
E' stato bello ricomporre una situazione che, senza saperlo, aveva assunto una dimensione rituale: evento che anno dopo anno scandiva il tempo e i tempi.
In un ritmo che si "rotto" non è venuta meno la possibilità di ripristinare e rinnovare il senso e il significato dei percorsi, soprattutto di quelli profondi, spesso non direttamente percepibili.
Foto: winged donkey
sabato 18 dicembre 2021
Di fronte al deterioramento fisico
Mai come in questo periodo percepisco due principali dimensioni: da una parte quella fisica e dall’altra quella non fisica. La natura della prima è abbastanza chiara, molto meno la seconda.
La prima si deteriora progressivamente, ineluttabilmente. L’altra parte, che assiste inerme a questa deriva, sembra essere di fronte ad un bivio: arrendersi oppure negare quanto sta avvenendo. Ma anche la resa può connotarsi in modo diverso: come abbandono oppure come accettazione.
L'opzione, consapevole o meno, è in ogni caso una scelta.
sabato 10 ottobre 2020
50, "voilà"
Guardo indietro. Cinquant’anni.
Mezzo secolo. Tappa raggiunta.
Non tutti sono arrivati: i più fragili e sfortunati sono rimasti per strada.
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Per quel che è stato devo riconoscere la fortuna. Molta parte del tutto è casualità: un contesto sociale privilegiato, quello occidentale; una famiglia d’origine semplice e serena, forse anche troppo; discrete risorse personali e, soprattutto, buona salute (mia e di chi mi sta vicino), fino ad ora.
L’interpretazione del percorso, cioè la scelta dei binari sui quali procedere, è l’aspetto più originale, ciò di cui rispondo.
Due le scelte fondamentali: la persona con la quale accompagnarmi, affrontando il mettere al mondo e crescere dei figli e, potendo/dovendo scegliere, dove mettere le energie nel difficile equilibrio tra realizzazione sociale e quella personale. Scelte collegate, scelte decisive.
Tutto concorre alla definizione della posizione nella quale sono stato, sono attualmente e probabilmente sarò: quali risorse esercitare, quante energie impiegare, su cosa orientarle.
L’aspetto essenziale è “guardare in faccia la realtà” accettando di fare conti con se stessi e con gli altri, per quanto possibile con misura e senza eroismi; rifuggendo il rischio della disillusione e conseguente “imbruttimento” ovvero della mistificazione negando la realtà.
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Immagino di avere davanti una trentina d’anni. Pura statistica; variabilità altissima. Metà di questi ancora in attività ed i rimanenti in veloce e progressivo declino. Anni di crescenti mancanze. Proprie e altrui.
Soprattutto questa parte dovrà essere adeguatamente interpretata. E sarà difficile. Vertigine. Aiuto.
FOTO: passaggio