giovedì 27 agosto 2015

Destinati a dar seguito al percorso che ci ha generato


"Rendere un po' meno invivibile il mondo al quale apparteniamo".
Potrebbe essere un buon obiettivo da perseguire: non passare invano in questo mondo cercando di lasciarlo un po' meglio di quanto trovato.
Concetto chiaro benché "consumato", a tal punto da essere percepito come banale. Invece non è né insignificante né scontato, infatti, "alla fine della fiera", non tutti ci riescono: i più passano come se nulla fosse.
Se ogni agito presuppone un pensiero e questo una attribuzione di senso e significato, analizzare l'agito rappresenta un passo fondamentale per cogliere il senso attribuito alle cose.
L'osservazione tout court dei comportamenti umani evidenzia due livelli di agito: uno esplicito ed uno implicito. Da una parte il rincorrere il riconoscimento economico e sociale, "fare soldi" e "raggiungere il successo", dall'altra una quotidianità, scontata, orientata a portare avanti il genere umano. Da una parte si risponde ad una esigenza di sopravvivenza sociale, magari agiata, dall'altra al profondo bisogno di realizzazione continuando a procreare e a far crescere la vita, nonché creando cose e situazioni finalizzate a dare un contributo a ciò che ci circonda.
Tutto ciò non può prescindere dalla storia e dalla strada sulla quale siamo stati posti, ma anche da quanto ognuno ha già fatto. Siamo insomma tutto ciò che ci ha preceduto. La storia trovata è quella che ha resistito al tempo, è una sintesi di ciò che ha valore: ecco che ha senso stare dentro il sistema valoriale trovato, le regole stabilite, le tradizioni consolidate fino alla religione trasmessa. Sarebbe presuntuoso pensare di essere portatori di qualcosa di meglio di ciò che già c'è, sarebbe un errore rinnegare ciò da cui veniamo. Non possiamo che fare la nostra strada dentro questi riferimenti.
Ma si può provare, senza pretese, a dare un contributo: è possibile pensare di alzare il tiro per consegnare a chi verrà dopo di noi qualcosa di più, che non significa maggiori ricchezze o status più elevato, bensì desiderio di essere ed esprimere ciò che si è, insomma spazi di libertà e di possibilità sempre più ampi. Naturalmente, per quel che si può e si riesce.

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