martedì 22 marzo 2011

Presuntuosi e incapaci, siam fatti così

Certo le circostanze non sono favorevoli ...
e quando mai?
bisognerebbe … bisognerebbe niente
bisogna quello che è, bisogna il presente

Siamo costantemente sottoposti a pericoli. La fragilità è costitutiva dell’esperienza umana. Essere e agire comporta di per sé l'assunzione di rischi.
Le centrali nucleari rappresentano un'importante fonte di approvvigionamento energetico e contestualmente un pericolo per la salute umana. Ne intuisco il valore e i rischi.
Interpreto l''evento giapponese' nel seguente modo: si è verificata una possibile, benché remota, situazione che ha prodotto effetti catastrofici. Purtroppo è accaduto. Si può solo provare a ridurre il danno e imparare dall’esperienza.
È triste osservare ciò che si è mosso tutt’intorno. Venuta meno la possibilità di negare l’evento, non potendo ‘far finta di nulla’, siamo (s)caduti nella critica della tecnica e del progresso, cercando il colpevole: chi ha costruito la centrale, chi l'ha gestita, chi l’ha voluta, fino a chi ha deciso la politica energetica. Abbiamo avuto bisogno, insomma, di individuare un colpevole per giustificare l'accaduto, soprattutto per esorcizzare il rischio.

venerdì 11 marzo 2011

Mettersi in gioco, al di là del vero e del falso


Con l'espressione, italianizzata, "fare l'amore", i ‘vecchi della mia terra’ non intendevano l’atto sessuale ma semplicemente l’esistenza di un legame affettivo tra due persone, naturalmente eterosessuali. Fino a qualche decina d'anni fa, infatti, il sesso fuori dal matrimonio era un tabù, quasi uno scandalo; di seguito è diventato un 'dato di fatto' per lo più negato o nascosto; negli ultimi anni è stato sdoganato e accettato, anzi chi si pone in un'ottica di deplorazione rischia di essere bollato come moralista.
Sono cresciuto dentro un contesto costituito da credenze e principi potenti. Il vero e il falso, il giusto e l’errato erano ben definiti. Pochi i margini di uscita. Benché si assista alla progressiva erosione delle credenze tradizionali, civili, religiose, politiche, scientifiche, se non al loro fallimento, persiste e resiste l'idea – come afferma Giorgio Agambenche per agire bene bisogna disporre di un sistema di credenze prefissato.