giovedì 21 ottobre 2010

Non c'è più tuning

Anch'io, qualche anno fa in una via centrale di Milano, ho oltrepassato velocemente una donna appoggiata ad una vetrina circondata di urina. Benché a disagio, ho fatto finta di niente. Sono andato oltre.
La scena era fuori posto. Come afferma Elena Loewenthal si è trattato di un evento consumato in un luogo di passaggio, di transito; un non-luogo che non appartiene a nessuno e dove nessuno ha nulla da rivendicare, un territorio neutrale dove siamo tutti di passaggio, incapace quindi di generare conflitti.
Le 'cose' accadono sempre più dove non devono accadere: circostanze comuni con esito agghiacciante e imprevedibile. Ci stiamo abituando ad aspettarci 'di tutto'. E anche quando accadono al loro posto, attraverso la tecnologia l'evento diventa a portata di mano.
Scena e circostanze stanno perdendo l'usuale 'accordatura' e tutto appare mescolato in un indistinto disorientante.
Non mi preoccupa l'evento violento o drammatico in sé - che è sempre esistito e sempre esisterà - piuttosto mi interroga l'evidente rottura degli equilibri consolidati. Ciò alimenta la sensazione che ogni cosa possa accadere, che ogni comportamento fuori standard possa essere un pericolo, capace di scatenarsi con una facilità spropositata, come se fosse stato lì in agguato ad aspettare il momento propizio. Ma non bisogna scordare che il venir meno di qualcosa è sempre il presupposto per 'altro', per ciò che deve venire.
In questa situazione trova una sua comprensione l'andare oltre: 'non vedere' e 'non sentire' sono la reazione più spontanea al disorientamento, alla incapacità di rispondere all'inatteso.

Foto: tuning the arp (2/2)

giovedì 7 ottobre 2010

Non ho scelto in quale epoca vivere...

Da questo punto di vista non mi ritengo particolarmente fortunato: sento gli ultimi decenni più 'comodi' che 'interessanti', più orientati a sostenere quanto già c'era - talvolta anche ad oltranza - che ad intuire il nuovo, a costruire l'emergente. Nell'ultimo periodo, in particolare, sta emergendo un lento e progressivo imbarbarimento.
Questi processi storici procedono per loro conto e a nulla vale ogni forzatura; non resta che accoglierli per quel che sono, comprenderli, per quel che si può, e sintonizzarsi sulle loro lunghezze d'onda così da evitare di chiedere ciò che non si può ottenere.
Alessandro Baricco sostiene che è in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà, ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di un'altra. Mi piace l'idea che si apra una nuova fase della storia, questo pensiero attiva in me la speranza - spero non sia illusione - di poter mettere a disposizione le mie energie e le mie risorse in modo più pieno e, soprattutto, rappresenta uno sbocco di senso al disordine che percepisco attorno a me. Infatti, è veramente difficile assistere al trionfo dell'ignoranza e dell'oblio, allo sfarinarsi della statura civile, della tensione morale e della tenuta culturale. Ciò può essere più facilmente accolto se si considera questi segni di imbarbarimento come decorso fisiologico, come una sorta di scarico chimico che la fabbrica del futuro non può fare a meno di produrre.
Anche se tutto ciò fosse vero, non c'è alcuna garanzia circa la bontà dell'esito della mutazione; non è detto che ciò che deve venire sia migliore di quanto già c'è.
Chi vivrà vedrà.