giovedì 19 marzo 2009

Prosegue la deriva razzista ...

... Emblematico è l'emergente concetto di reato legato non a un’azione specifica ma a una condizione di esistenza (la presenza irregolare sul territorio italiano).
Da una parte si attenuano le barriere (territoriali e culturali) che hanno tenuto distanti le persone di diversa provenienza, dall'altra se ne erigono di altre, anche di natura giuridica, che svelano la giustificazione profonda delle differenze: la presunta superiorità degli uni sugli altri, o - da un altro punto di vista - l'altrui non essere all'altezza. Non viene riconosciuta la realtà di vera e propria 'rendita' che ci rende illegittimamente privilegiati. Tale appropriazione indebita è densa di violenza e presunzione. E', appunto, razzismo.
Rispetto a ciò Enzo Bianchi parla di smarrimento, perdita di senso, offuscamento di ideali condivisi che stanno rapidamente deteriorando la vita della collettività e la tenuta del patto costituzionale su cui essa si fonda. Una china pericolosa che, se non fronteggiata, può condurre alla barbarie.

venerdì 6 marzo 2009

Le decisioni sul vivere e il morire ...

... sono una costante della nostra vita: sono sia un 'potenziale' oggettivo, sia una diretta conseguenza di come conduciamo la nostra vita (come si lavora, come ci si alimenta, come si passa il tempo, ...). E' un insieme di libere scelte, quelle che riguardano lo stile di vita, che creano condizioni differenti di vita o di morte, che portano con sè rischi diversi.
Rischi che ricadono su noi stessi, ma anche sulle persone che ci stanno accanto. Quello che ci accade, infatti, non è indifferente a costoro.
Ma come poter disporre della medesima libertà - vedi il caso Englaro - quando non si può più scegliere? Questo mi inquieta.
Umberto Eco sottolinea di aver "il diritto di scegliere la propria morte per il bene degli altri". Sostiene, cioé, che in taluni casi la scelta di morire può essere una scelta d'amore.
"Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, - da la quale nullu homo vivente po' skappare: - guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; - beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, - ka la morte secunda no 'l farrà male"