mercoledì 24 dicembre 2008

Quanto vi propongo - la sera ...

... di Natale appare più 'pasquale' che 'natalizio'. Ma in questi ultimi giorni sono stato colpito da questi temi, anche per le risonanze con alcune situazione vicine.
Pietro Scoppola - recentemente scomparso - si chiede: Perché il mio tumore dovrebbe essere volontà di Dio?
Dal profondo di una vita trascorsa, di una sofferenza vissuta e dentro una prospettiva di fede 'laica', porta in luce alcuni aspetti essenziali dell'esistenza umana: da una parte l'opportunità di 'vedere la realtà, guardarla in faccia, non fingere, non illudersi', dall'altra la valenza e dell'amore e del dolore. Istanze, queste ultime, costituenti la vita: essenziali e - aggiunge l'autore - inscindibili, cioè l'amore porta con sé inevitabilmente anche il dolore.

lunedì 1 dicembre 2008

Il vuoto è un valore ...

... Il vuoto è la condizione dell'elaborazione, è la condizione della scoperta e dello sviluppo, insomma è una condizione necessaria per l'esprimersi della 'vita'.
Abitare la realtà è presidiare il confine tra 'ciò che sta dentro' e 'ciò che sta fuori'. Il 'lasciare entrare' e il 'tenere fuori' sono azioni necessarie spesso condizionate da forze conformistiche che premono per imporre i criteri di permeabilità, se non per distruggerli.
Oggi - come evidenzia Gillo Dorfles - siamo in una situazione di saturazione (l'autore ne vede gli effetti nella diffusa disarmonia e inciviltà) dove non possiamo che provare a tenere alta la nostra coscienza critica.

martedì 18 novembre 2008

Attraverso il suo 'addio' ...

... alla Chiesa cattolica, Roberta De Monticelli propone una interessante riflessione sulla ideologia come elemento che ottenebra il cuore e la mente, ancora che sabota i fondamenti della cultura della responsabilità personale.
L'ideologia, per Roberta De Monticelli, è essenzialmente un falso rapporto con la verità, cioè con la ricerca di verità. Falso rapporto che ha a che vedere con il bisogno di appartenenza comunitaria, e quindi di identità.
Ipotizza, ancora, un’idea della nostra relazione al divino diversa da quella che chiede alle persone di rassegnarsi a uno stato di minorità, e allo Stato di rinunciare alla sua laicità. Il divino non è contro ma oltre la ragione, non sta nei nostri concetti e non possiamo farcene una fortezza per le nostre battaglie.

venerdì 17 ottobre 2008

Ci collochiamo inesorabilmente ...

... tra 'passato' e 'futuro'. Tra forze che, per trascinamento, tendono a riproporre quanto c'è già e forze volte a rompere gli equilibri, facendo accedere istanze esterne.
Stare nel mezzo è difficile: tentiamo di evitarlo aggrappandoci alle polarità ideologiche conservatrici oppure progressiste, cariche di identità e appartenenza, ma altrettanto 'addomesticate' e 'incrostate' di elementi che tengono separati dalla realtà.
Lo stare nel mezzo è lo "stato delle cose", forse l'unica posizione che permette l'adesione alla realtà per quella che è, né quella già definita, né quella che si vorrebbe fosse.
Nel dialogo che vi propongo tra Alessandro Baricco e Claudio Magris viene a galla la necessità di abitare questa posizione, di accettarla, come unica condizione per capire e per conservare una possibilità di giudizio e di scelta.

lunedì 6 ottobre 2008

Non si scelgono i riferimenti fondamentali ...

... della propria vita: né il 'contenitore' affettivo, le figure parentali, neppure quello culturale. Nel corso della vita possono essere riconosciuti adeguati oppure no, in base a come sono stati interpretati e l'entità dei bisogni ai quali sono chiamati a dare risposta.
I riferimenti si prestano ad essere amati ma anche criticati.
Il cattolicesimo è stato il mio 'contenitore' culturale. Il bilancio della mia esperienza porta in evidenza che avevo bisogno più di confronto che di informazioni, più di spazio che di risposte, più di sollecitazioni che di norme, insomma più di incontro profondo che di religione.
Dentro tale prospettiva Patrizia e Umberto (il già incontrato Galimberti) dialogano intorno al processo educativo al quale siamo sottoposti.

lunedì 15 settembre 2008

Claudio Magris svela una delle tante ...

... contraddizioni presenti intorno a noi: l'impunità del calcio e di ciò che vi ruota attorno (per non parlare degli ingaggi dei suoi 'attori').
Ma perché si tollerano le diversità di trattamento?
Partendo dal presupposto che se un fenomeno si manifesta è per un valido motivo, allora devo dedurre che il calcio svolge funzioni importanti per la nostra società: fornisce contenuti per le conversazioni, aggrega le persone, ma soprattutto definisce appartenenze e identità, da una parte, e catalizza e tratta le emozioni, dall'altra.
Peccato che viene utilizzato in sostituzione di altre possibili forme decisamente più evolute e costruttive.

Letture:
Claudio Magris (leggere articolo)

martedì 26 agosto 2008

'Strutture e sovrastrutture' determinano ...

... la nostra percezione delle cose.
Siamo inconsapevolmente immersi dentro potenti consuetudini che predefiniscono il 'buono' e il 'cattivo', il 'bene' e il 'male', il 'giusto' e il 'sbagliato'. Consuetudini che non necessariamente colgono la 'realtà', ma che sono indubbiamente 'comode' per semplificare la vita.
L'intervista a Rosalinda Celentano evidenzia, invece, la 'caleidoscopica' natura umana, le 'tempeste emotive' che connotano l'individuo, ognuno di noi.

venerdì 25 luglio 2008

Né cronaca né approfondimento ...

... ma suggestioni visive e musicali (sempre mediate dalle parole).
Sollecitato, da una parte dall'accanimento politico e mediatico sugli zingari, dall'altro dal recente riascolto delle note di Ederlezi di Goran Bregovic http://it.youtube.com/watch?v=DwA_Zg_z-FI, colonna sonora del Tempo dei gitani di Emir Kusturica, vi propongo una piacevole e intensa ricostruzione dell'opera cinematografica di quest'ultimo; ricostruzione di questi ultimi decenni da un vertice più legato alla immaginazione che alla razionalità.
Kusturica è il paladino dei loser, dei perdenti che trovano nel loro candore l’unica via d’uscita da un mondo criminale, magari affogando la loro disperazione nella musica, nel sesso e in qualche bicchiere di rakjia.

lunedì 23 giugno 2008

Dare e togliere la vita ...

... Due fenomeni che coinvolgono dei giovani nonostante si pongano su due polarità diverse.
Il patto di Juno narra di giovanissime che cercano e trovano la gravidanza. Il paese dove i giovani muoiono suicidi parla di altri coetanei che si tolgono la vita.
Che cosa spinge i giovani a questi atti estremi? Quale promessa nel dare e nel togliere la vita?
Ilvo Diamanti, da una parte, accostando il suo esame di maturità con quello di suo figlio, evidenzia quanto diverse siano le condizioni e, soprattutto, quanto debole e precario è oggi il guardare avanti. Dall'altra Giacomo Panizza, interpellato direttamente sul 'togliere', parla della incapacità di reggere la difficoltà; di reggere la vita che è di per sé anche dolore e frustrazione.

domenica 8 giugno 2008

Si respira un clima 'razzista' ...

... Gli zingari, i Rom e i Sinti, catalizzano tali spinte. Evidentemente si prestano a svolgere questo ruolo; io sostengo - molti non condividono - che nell'"economia psichica" di questo popolo essere bersaglio altrui è funzionale alla propria identità.
Nei seguenti articoli firmati da varie persone (Alex Zanotelli, Gad Lerner e un gruppo di persone che 'hanno a che fare' con i Rom e i Sinti, tra cui chi scrive), si vuole svelare il dilagare e l'affermarsi di culture e prassi di ingiustizia basate su appartenenza e/o identità, razzista appunto.

martedì 20 maggio 2008

Viviamo vite separate ...

... anestetizzate.
Facciamo i conti con la realtà solo nel momento in cui non possiamo non farlo: quando incontriamo, ci scontriamo, con la nuda vita e la cruda morte; la realizzazione di un progetto ma anche il suo cadere nel nulla; la nascita di un bambino ma anche la morte di una persona. In questi momenti non possiamo non permetterci di provare e sentire la vita (questa volta estetica e non an-estetica). Ma è l'eccezione.
Umberto Galimberti in un testo di qualche anno fa (2002), evidenzia questa nostra incapacità di sentire e vivere i sentimenti e le emozioni con tutte le sue conseguenze.

lunedì 5 maggio 2008

Vi propongo due testi ...

... che affrontano il tema fede-ragione e credenti-laici. Temi interconnessi e di grande attualità.
Vito Mancuso da una parte ed Enzo Bianchi dall'altra provano a riportre le grandi questioni alla sostanza e cioè alla esigenza di essere banalmente e semplicemente credibili, sia guardando in faccia la realtà (Mancuso cita tra l'altro il tema della contraccezione e della sessualità) che assumendo concreti e quotidiani stili di vita coerenti (Bianchi sottolinea l'importanza del modo nel quale stiamo nella compagnia degli uomini).

lunedì 14 aprile 2008

Viviamo dentro mondi predefiniti ...

... che non solo ci condizionano, spesso ci determinano. I bisogni come i valori sono fortemente orientati.
Il bene e il male è definito a-priori dentro appartenenze più ereditate che scelte. Delle nostre eredità non possiamo che prenderne atto: ci sono e fanno parte della nostra vita.
Leggendo Giovanni Lindo Ferretti emerge una traccia da percorrere. Forse possiamo tornare a casa, e da lì promuovere ampliamenti, altre connessioni.
Ancora. Possiamo tentare di 'ripulire' il tutto lasciando le poche cose essenziali, sulle quali non possiamo far finta di niente. Sono l'uomo e la donna nel loro essere contemporaneamente miserrimi e sorprendenti, sono semplicemente loro nella loro corposità, nel loro comportarsi, nel loro esserci che ascoltati e accolti fanno cambiare.

Letture:
Giovanni Lindo Ferretti (leggere articolo)

martedì 1 aprile 2008

Tra uomo e donna ci sono differenze ...

... di condizione.
L'esperienza mi insegna che le differenze non possono non essere colmate da deliberati atti di volontà.
Chiara Saraceno affronta il tema di questa diversità evidenziando la limitata libertà delle donne in quanto legate da una duplice dipendenza: dipendono fortemente dai legami e, altresì, sono ritenute responsabili della dipendenza altrui.
Ne consegue che le donne sono relegate dentro sfere sociali delimitate.

Letture:
Chiara Saraceno (leggere articolo)

sabato 15 marzo 2008

Cesare Prandelli è un uomo ...

... che vive il tempo e lo spazio che ha a disposizione, insieme a 'chi gli sta intorno'. Come tutti, consapevolmente o meno, fa le sue scelte: sceglie come vivere le situazioni e le relazioni. A differenza di gran parte di noi lui è un uomo conosciuto. In questo momento allena la Forentina.
Dall'intervista emergono i temi forti della vita: l'amore e la morte. Sia l'uno che l'altro sono parte integrante della vita, ma ognuno ha la responsabilità di come viverli: possono essere 'attraversati' oppure 'abitati', ci si può 'anestetizzare' oppure 'estetizzare' (est-etico).
Sembra, dalle sue parole, che lui abbia scelto la seconda: la più difficile ma, forse, la più 'bella'.

Letture:
Cesare Prandelli (leggere articolo)

lunedì 10 marzo 2008

Dire 'come stanno le cose' ...

... è solo apparentemente facile.
Sono cresciuto in un mondo denso di 'indicibilità', talvolta dentro veri e propri 'inganni'.
E' stato e continua ad essere faticoso fare spazio alla 'realtà'. E' sicuramente più facile 'colludere', e spesso senza la consapevolezza di farlo.
Sigmund Freud, in un articolo del 1907, svela (toglie veli) alcune questioni a partire dal rapporto educativo verso il bambino, giungendo ad affermare che, se l’intenzione dell’educatore è quella di soffocare nel bambino, quanto più presto è possibile, la capacità di un pensiero autonomo non può esser meglio ottenuto che mediante l’inganno in campo sessuale e l’intimidazione in quello religioso.

sabato 23 febbraio 2008

Talvolta capita che qualcuno ...

... 'tocchi' certi tasti, oppure proponga nuove 'connessioni' e riesca a 'far accadere le cose'.
Nella vita può accadere di vivere un incontro, delle 'vicinanze' oppure delle situazioni capaci di incidere (anche di cambiare), che fanno sperimentare valori e bellezze che, poi, diventano patrimonio acquisito. Paternità e figliolanza.
Andrea Sorrentino illustra un esempio attraverso il calcio, metafora per eccellenza della vita contemporanea.

Letture:
Andrea Sorrentino (leggere articolo)

sabato 2 febbraio 2008

Il mio recente incontro con ...

... la scuola sta facendo emergere luci e ombre.
Luci attraverso la passione, la competenza e l'amore di una maestra; ombre nel constatare che spesso i bambini, il loro apprendimento, non sono la prima cosa, né per l'istituzione scuola, né - aimè - per gli stessi genitori.
Pietro Citati, in un articolo di qualche tempo fa, analizza alcune questioni della scuola evidenziando l'annichilimento degli insegnanti e ricordando che [...] la sorte del mondo dipende dal dono di piantare un chiodo nel punto giusto.

martedì 15 gennaio 2008

Una canzone riporta queste ...

... parole:
Mi commuovono i vecchi. Muove qualcosa dentro.
Nel guardare la vita da 'vecchio' emerge sia sintesi che libertà.
Ci sono diversi modi di esprimere 'felicità' e 'amore', forse anche la 'bellezza'.
Ettore Sottsass riesce ad esprimere, dal vertice della sua professione - che è la sua vita -, tracce di tutto questo.
Bello il tentativo di vedere e fare tutto orientato alla 'vita', il colore, i materiali, le costruzioni, ... fino agli aspetti più diretti dell'umana esistenza.
Recente è la sua scomparsa. Quella che segue è l'ultima intervista.

Letture:
Ettore Sottsass (leggere articolo)