venerdì 25 settembre 2009

Oggi un personaggio pubblico ha affermato ...

... che 'le famiglie allargate sono la rovina dei bambini'.
Benché sia convinto che il regalo più grande che si possa fare ad un bambino sia mettergli a disposizione un contesto di vita stabile e sereno (mettendo il benessere emotivo dei figli davanti al proprio), condivido con Giovanni Lindo Ferretti che 'i problemi assoluti nel relativo siano un complotto'.
Caterina Duzzi, presentando il libro di Rebecca Walker, affronta il tema della felicità attraversando la varietà e la variabilità dei nuclei famigliari con l'attenzione ad evitare ogni atteggiamento ideologico.
L'autrice arriva alla conclusione che l'armonia famigliare non è una questione di 'architettura', neppure di amore, piuttosto ha a che fare con la ricerca di autenticità attraverso la sperimentazione, e con la convinzione condivisa che ognuno, nella famiglia, potrà non avere quello che vuole, ma sicuramente avrà quello di cui ha bisogno (l’affidabilità).
Nella cultura italiana che enfatizza i legami con la famiglia di origine, piuttosto che la libertà personale, muoversi in questa direzione non è facile.

giovedì 10 settembre 2009

In questi giorni i media ...

... mettono in primo piano il tema della 'violenza contro le donne'.
Da parte mia raccolgo l'invito, fatto qualche anno fa, di Ida Dominijanni: che siano gli stessi uomini ad impegnarsi a togliere il velo dal corpo degli uomini violenti.
E non si tratta solo di violenza fisica.
Noi uomini godiamo di una posizione di privilegio rispetto alle donne che ci porta a poter condurre una vita 'facilitata': persiste culturalmente una gran mole di compiti e responsabilità assegnata alle donne, spesso quelli meno riconosciuti. Godiamo di tutto questo senza alcun merito, una vera e propria 'rendita da posizione'. A tutti gli effetti questa è una ingiustizia.
Di fronte a questa realtà restiamo complessivamente in silenzio, spesso proiettando la colpa, scaricando la responsabilità, negando l'evidenza e sfocando il problema; ma di fatto accogliendo la 'comoda' situazione e facendo ben poco per cambiarla, in primis nella nostra piccola quotidianità.