Nessun ‘educatore’ è stato importante nella mia vita.
Ne ho incontrati molti lungo il mio cammino. Hanno rappresentato, sì una fonte di informazione, sì una occasione di confronto ed elaborazione, ma non sono mai diventati dei maestri di vita.
Nessuna azione educativa e, aggiungo, di cura può essere efficace se limitata all’esercizio di tecniche, magari eccellenti, aggiornate, anche certificate. Ecco la diffusione degli educatori professionali, dei professionisti della solidarietà, per non parlare dei professionisti della pace, compresa quella armata.
Il professionismo, cioè la trasformazione di un'attività disinteressata in un mestiere e in una fonte di reddito, può essere utile per l’esercizio di funzioni tecniche e operative (realizzare opere e coordinare attività), ma risulta insufficiente per l’azione filantropica che etimologicamente rinvia ad un sentimento di amore (filìa) nei confronti degli esseri umani (ànthropos).
Contestualmente si assiste alla deriva della stessa filantropia: viene prevalentemente tradotta e svilita in banale esercizio della beneficienza nella quale vige la collusione tra ‘chi da’ e ‘chi riceve’; una sorta di scambio tra l’‘appagamento’ del dare dovuto al ‘sentirsi giusti e a posto” e il beneficio del ricevere, in moneta oppure in natura.
Solo l’entrare in relazione incide nella vita umana.
Qualche anno fa una anziana insegnante di mio figlio, tutta emozionata e con grande umiltà, ha confessato: devo ammettere, e l’ho scoperto solo recentemente, che ogni forma di apprendimento è legata ad un’esperienza emotiva, – io aggiungo – ad un’esperienza d’amore.
Chapeau, ‘tanto di cappello maestra’. Ancor più perché ho potuto constatare che il dichiarato trovava corrispondenza con la vita vissuta e agita, giorno dopo giorno, senza riserve. Ma non è necessaria la consaevolezza, l’importante è l’azione.
Ebbene sì, l’incontro con persone di questo tenore è stato decisivo nel dare forma a ciò che sono. A costoro sono enormemente grato. Sono persone, anche semplici, che hanno accettato di mettersi al mio fianco, in relazione con me, accogliendomi per quel che sono; hanno nutrito la mia vita, sono diventate parte di me. Questo è amore agito.
Foto: L'intagliatore
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