venerdì 6 marzo 2009

Le decisioni sul vivere e il morire ...

... sono una costante della nostra vita: sono sia un 'potenziale' oggettivo, sia una diretta conseguenza di come conduciamo la nostra vita (come si lavora, come ci si alimenta, come si passa il tempo, ...). E' un insieme di libere scelte, quelle che riguardano lo stile di vita, che creano condizioni differenti di vita o di morte, che portano con sè rischi diversi.
Rischi che ricadono su noi stessi, ma anche sulle persone che ci stanno accanto. Quello che ci accade, infatti, non è indifferente a costoro.
Ma come poter disporre della medesima libertà - vedi il caso Englaro - quando non si può più scegliere? Questo mi inquieta.
Umberto Eco sottolinea di aver "il diritto di scegliere la propria morte per il bene degli altri". Sostiene, cioé, che in taluni casi la scelta di morire può essere una scelta d'amore.
"Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, - da la quale nullu homo vivente po' skappare: - guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; - beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, - ka la morte secunda no 'l farrà male" 

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