Alla mia età il più è fatto e, in
ogni caso, l’orientamento è dato. Ho compiuto delle scelte, ho affrontato delle
situazioni, sono stato più o meno abile e fortunato a muovermi negli intrecci
della vita.
Cosa ho fatto di rilevante? Dove
ho portato valore? Che contributo ho dato nel mio percorso? Insomma, “che cosa
sono servito”?
Si può valutare il risultato? E
quale punto di vista adottare? La serenità, la produzione, la prestanza fisica,
le relazioni, il denaro, il riconoscimento sociale, la salute (e qui c’entra anche la
sorte), ….
Il risultato in sé dipende da
molte variabili ed i percorsi delle persone sono difficilmente confrontabili.
***
Ciò che è valutabile è il
coraggio di voltare lo sguardo indietro, “prendere per le corna quello che è
stato”, guardarlo in faccia e farci i conti; in altre parole assumere la
posizione di colui che osserva lo stato delle cose con profonda onestà e senza
filtri ideologici.
Faticano in questa operazione
coloro che non reggono la realtà e coloro che optano per una mera immagine
predefinita di se stessi: i primi li comprendo, anche giustifico, i secondi
meno e li lascio curare la propria immagine e alimentare vane illusioni.
In ogni caso tutti
accomunati dalla paura del tempo che passa, una paura che evoca la morte.
***
Ma è tutto relativo oppure si può
distinguere se si ha speso bene o male l’esistenza?
Benché opinabile, una persona
onesta e sufficientemente capace può affrontare questa domanda e le persone che
stanno attorno hanno maturato una idea. Ma non è dicibile, siamo di fronte ad uno
schema implicito potente, difficile da rompere. Tabù.
Il rischio è che venga svelata la
drammaticità della realtà, cioè che venga messa a nudo l’inconsistenza della
vita, spesso il suo fallimento, che può essere individuale e collettivo, anche
sociale. Meglio non sapere che dover fare i conti con la pochezza; meglio far
finta di niente e proseguire come se nulla fosse, lasciando che la vita passi,
anche invano. Ipocrisia collettiva.
***
Solo riconciliandosi con la realtà, anche con il fallimento, si può
costruire senso.
Foto: CUPS
Nessun commento:
Posta un commento