sabato 19 aprile 2014

La necessità dell'interesse personale

Perseguire l'interesse personale è parte irrinunciabile e costitutiva dell'agire umano.
La sopravvivenza fisica e psichica passa attraverso la soddisfazione di bisogni primari tra cui quello del 'riconoscimento'. Status, possesso, visibilità, reputazione, potere sono segnali ed evidenze di tutto ciò.
L'interesse personale va quindi messo in relazione a quello altrui, e non tanto per etica o estetica, quanto appunto per necessità: l'equilibrio sociale non è frutto di un ideale etico-morale, quanto della composizione di contrapposte esigenze di affrancamento. Tener conto degli altri è necessario affinché gli stessi tengano conto di noi stessi.
Quindi il primordiale istinto ad affermarsi viene tenuto a bada dall'irrinunciabile reciprocità.
E', invece, l'asimmetria che rompe tale equilibrio: il potere, piccolo o grande, conquistato o ereditato, crea condizioni di prevaricazione, che può condurre anche alla negazione dell'altro. Ecco l'attivazione dell'influenza altrui attraverso la semplice raccomandazione fino alla mobilitazione delle istituzioni pubbliche a favore di se stessi come nel caso delle leggi ad personam. Ancor più pericoloso è quando il potere si sente minacciato: l'istinto conservativo attiva dirompenti difese capaci di travolgere tutto e tutti, indistintamente. Ecco l'uso improprio della fiducia altrui attraverso la diffusione di informazioni confidenziali fino alla mobilitazione vendicativa delle forze armate di una nazione.
L'esperienza quotidiana testimonia tutto questo, la storia lo documenta.
La qualità umana di fronte a questo scenario risulta fortemente ridimensionata, e, qualora messa alla prova, esce a 'testa bassa'.
La cronaca degli ultimi anni pullula di piccoli e grandi abusi. Berlusconi, con la voltazione di Montecitorio che "Ruby è la nipote di Mubarak" ne è diventato emblema. Ma soprattutto, che ci piaccia o meno, il 'berlusconismo' rappresenta quello che siamo: persone che banalmente perseguono il proprio interesse. Sdoganamento culturale di una prassi celata ma sempre esistita.
Ma ancora, se da una parte è diventato accettabile fare il proprio interesse, dall'altra viene svelata la realtà: è preferibile l'agire 'alla luce del sole' che l'abile 'messa in scena'; è preferibile fare i conti con la bassa realtà piuttosto che assistere alla sua negazione; è preferibile toccare con mano debolezza e fragilità piuttosto che l'ipocrisia.
E' arrivato il tempo della realtà con tutta la sua fragilità.
 

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