martedì 30 aprile 2013

Il cambiamento rinviato


Condivido l’analisi di Concita De Gregorio: l’esecutivo Letta è un ‘governo della riduzione del danno’. Nulla di più. Ha escluso dalle posizioni rilevanti gli ‘impresentabili’, probabilmente farà alcune cose buone, ma non è costitutivamente attrezzato per affrontare la profonda esigenza di cambiamento.
Avrei preferito che si esplorassero altri territori e che gli attori fossero diversi. Sarebbe stato sicuramente rischioso, ma questo è il tempo di osare.
Delle vicende politiche di queste ultime settimane rimane solo il discorso di Giorgio Napolitano, neppure la sua rielezione a Presidente della Repubblica. Dall’alto della sua legittimazione si è autorizzato a dire come stanno le cose: ha denunciato la situazione di paralisi e le responsabilità della classe politica.
Beppe Severgnini ha elencato le parole utilizzate da Napolitano: “omissioni, guasti, irresponsabilità, lentezze, esitazioni, calcolistrumentali, tatticismi, sperimentalismi, sterilità, autoindulgenza, nulla difatto, corruzione, sordità e dispute banali. Termini che stigmatizzano una stagione politica e con essa un intero periodo storico caratterizzato da una cultura del fare e gestire istituzionale che, a cascata, ha coinvolto, con responsabilità progressiva, tutto e tutti.
È giunto il tempo di riconoscere il fallimento del dogma della polarizzazione (in politica definito ‘bipolarismo’), cioè che la separazione in parti contrapposte sia funzionale alla crescita e allo sviluppo (e non solo nella connotazione economica di tali termini). Invece no, travolti da tale idealizzazione, l'effetto è stato opposto: rinchiusi su se stessi attorno al valore dell'appartenenza a difesa, acritica, della specifica identità.
In questo contesto e con tali obiettivi le energie, anche le migliori, sono state orientate a costruire baluardi inattaccabili, spesso artificiali, volti a giustificare partigianamente le proprie ragioni oppure a soverchiare gli altri, chiaramente e indiscutibilmente dei competitors. Costi quel che costi. Fino alla morte. 
Ecco gli effetti dell'estremizzazione: volare basso, navigare a vista, agire a breve termine.
È arrivato il tempo di cambiare, di guardare oltre il proprio naso riconoscendo che 'il bene di tutti' si può perseguire se e solo se si trascende se stessi: ecco che è possibile andare oltre la paralisi e provare a fare ciò che serve, sostituire il confronto alla contrapposizione, l'alleanza all'inciucio. Ma non con il 'governo Letta'.

Foto: 2volti

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