giovedì 7 ottobre 2010

Non ho scelto in quale epoca vivere...

Da questo punto di vista non mi ritengo particolarmente fortunato: sento gli ultimi decenni più 'comodi' che 'interessanti', più orientati a sostenere quanto già c'era - talvolta anche ad oltranza - che ad intuire il nuovo, a costruire l'emergente. Nell'ultimo periodo, in particolare, sta emergendo un lento e progressivo imbarbarimento.
Questi processi storici procedono per loro conto e a nulla vale ogni forzatura; non resta che accoglierli per quel che sono, comprenderli, per quel che si può, e sintonizzarsi sulle loro lunghezze d'onda così da evitare di chiedere ciò che non si può ottenere.
Alessandro Baricco sostiene che è in corso una mutazione che non può essere spiegata con il normale affinarsi di una civiltà, ma sembra essere, più radicalmente, il tramonto di una civiltà e, forse, la nascita di un'altra. Mi piace l'idea che si apra una nuova fase della storia, questo pensiero attiva in me la speranza - spero non sia illusione - di poter mettere a disposizione le mie energie e le mie risorse in modo più pieno e, soprattutto, rappresenta uno sbocco di senso al disordine che percepisco attorno a me. Infatti, è veramente difficile assistere al trionfo dell'ignoranza e dell'oblio, allo sfarinarsi della statura civile, della tensione morale e della tenuta culturale. Ciò può essere più facilmente accolto se si considera questi segni di imbarbarimento come decorso fisiologico, come una sorta di scarico chimico che la fabbrica del futuro non può fare a meno di produrre.
Anche se tutto ciò fosse vero, non c'è alcuna garanzia circa la bontà dell'esito della mutazione; non è detto che ciò che deve venire sia migliore di quanto già c'è.
Chi vivrà vedrà.

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