, ma anche di ciò che lasciamo accadere intorno a noi. Anche l'omissione comporta responsabilità. Ma fino a che punto? Fino a che punto esporsi, 'pubblicare', cioè - come dice la stessa parola - compiere un gesto pubblico?
Vito Mancuso afferma che esprimere pubblicamente il proprio pensiero è un privilegio abbastanza raro. Non tutti se lo possono permettere: primum vivere deinde philosophari. Questa antica massima di saggezza vale per tutti, nessuno è chiamato a fare l'eroe. Questo limite, però, deve essere coniugato con l'obbligo morale a provare a dare, per quel che si può, il proprio contributo al mondo, a rendere migliori noi stessi e ciò che ci circonda. Per quanto riguarda la modalità, concordo con Mancuso, ognuno sceglie le battaglie ideali come meglio crede.
Gli estremi possibili vanno dal 'donchisciottismo' alla 'deresponsabilizzazione'. In mezzo a questi poli ognuno sceglie dove stare, con la misura che riesce ad attuare. L'efficacia non sta nel 'dove ci si pone', ma nella giusta misura rispetto a se stessi e agli altri. E' difficile, è uno stare su un crinale.
Fatico ad accogliere chi si pone agli estremi senza misura, che non significa necessariamente stare al centro: chi, per partito preso, assume la posizione di una parte e chi si adagia, come afferma Michele Serra, sul rituale conformista, rassicurante solo per chi ha la necessità di sentirsi sempre d'accordo con chi è sempre d'accordo con lui.
Foto: colori di ricordo
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