lunedì 10 agosto 2009

Fatico a dare credibilità a quanto ...

... viene rappresentato attraverso i media.
Ascolto il Presidente del Consiglio che illustra la sua versione dei fatti: la crisi economica, i risultati del governo, le vicende personali ..., contestualmente, da altre fonti, circolano posizioni diverse, anche contrapposte. A chi credere? A chi dare credito?
Ecco che l'incontro personale ha la capacità di sfondare questa barriera del 'tutto vero tutto falso', dipana la nebbia, fornisce un 'gancio' che fa optare chiaramente per una versione dei fatti, oppure ne fa intuire complessità e articolazione.
L'incontro è con Michele, militare che ha già partecipato ad una decina di missioni militari all'estero. E' stata l'occasione per entrare nel merito di questo contrastato pezzo della realtà contemporanea [Missioni di pace o missioni di guerra?]; ha accolto le mie domande e si è raccontato. E' emersa la bellezza dell'incontro con altri mondi, il fascino degli scambi internazionali, ma anche - eccetto che per la missione in Libano - il suo essere un mero mercenario in guerra: militare invasore in terra straniera, mandato ad occupare e, talvolta, a combattere, più per dimostrare forza e potenza che per dare un contributo fattivo alla situazione. Inoltre, una chiara percezione di mancanza di tutela da parte dei mandanti, cioè carne scelta, ben remunerata, ma sempre da macello.
E poi i segni indelebili lasciati sulla sulla sua vita di quasi quarantenne consumato: fisico spossato, equilibrio psichico instabile.
Ecco che prendono vigore e valore le parole riportate nelle interviste a due reduci da missioni militari che vi propongo in allegato.

Nessun commento:

Posta un commento