mercoledì 30 novembre 2011

La scorciatoia della volgarità e del perbenismo

Accolgo la provocazione di Franco Bolelli apparsa su facebook qualche giorno fa. Naturalmente il riferimento è il confronto fra ‘berlusconismo’ e ‘montismo’: sono esemplari le immagini circolate sui media in queste settimane relative a stili e sembianze di premier e ministri; estremizzando: il modello ‘volgare’ versus quello ‘perbenista’.
Appunto, siamo sicuri che intraprendere la via opposta sia la soluzione?
Il tempo ci dirà se l’azione di Monti e del suo governo si esaurirà nel perseguimento del giusto contrario, oppure si rivelerà una coraggiosa elaborazione dei bisogni della realtà. Le conseguenze le verificheremo direttamente sulla nostra pelle.
Di certo entrambi i modelli, così polarizzati, presuppongono la saturazione, il riempimento, il ‘tutto pieno’; non creano spazi utili per favorire la nascita di ‘ciò che può essere’, del ‘possibile’.
Il modello ‘volgare’ si sostiene attraverso dosi omeopatiche di sogni e illusioni che ruotano attorno all’immagine, all’estetica, al piacere, all’affermazione e al successo. Modello che ha trovato terreno fertile nel corso degli ultimi decenni e che viene rappresentato emblematicamente dai vari ‘real time’ come il ‘grande fratello’, il ‘Billionare’, gli emergenti ‘faccendieri’, …. Videocracy, il docufilm di Eric Gandini, lo rappresenta a meraviglia.
Il modello ‘perbenista’, nella sua accezione idealtipica, si prodiga a proporre l’illusione della razionalità assoluta: sono una sua espressione la corsa al salutismo, l’apertura alla globalizzazione ove fa comodo, l’overdose di conoscenze e competenze spesso fine a se stesse, la fiducia cieca nell’innovazione e nella tecnologia. Negli ambiti professionali sono esemplari i ‘maturity model’ orientati a definire il percorso per il raggiungimento di ciò che è ‘buono e giusto’. È un modello e un conseguente approccio che, oltre a non considerare pezzi significativi di vita, tende ad espellere ogni forma di debolezza e limite.
Le giovani generazioni sono sottoposte a questi modelli: calciatore o manager, modella o avvocato, personal trainer o – oso toccare un tasto che, nonostante la secolarizzazione, rimane sensibile – sacerdote. Polarizzazioni che rischiano di sostenersi una sull’altra: si legittimano sulla differenza, se non sul disprezzo, dell’altro. È ciò che abbiamo assistito in questi anni tra maggioranza e opposizione. E gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
Entrambi i modelli si caratterizzano per un ‘tutto pieno’. Un pieno funzionale a coprire il vuoto dell’esistenza, individuale e collettiva. Emerge tutta l’incapacità di stare di fronte all’essenza della realtà: semplice, anche banale, certamente ‘finita’. Un pieno chiaramente difensivo che impedisce il pensiero, la riflessione, la proposta, soprattutto la possibilità di rendere interessante il vivere.

Foto: Pneuma (tentativi per "Insieme Vuoto")


Nessun commento:

Posta un commento